DALLA TEORIA ALL’ESPERIENZA QUOTIDIANA

Molto semplicemente dobbiamo chiederci come si realizza  una condotta gentile, come si possono educare i giovani all’empatia, all’armonia del vivere la vita. 

Beh, se permettete, vi racconto un episodio che mette in connessione diverse generazioni, che si aiutano, si cercano e ricevono tanto, l’una dall’altra. 
Una giovane mamma, rimasta prematuramente vedova, sente la responsabilità di dover crescere la sua bambina (6\7 anni) da sola. Ci sono i nonni, le amiche, la scuola. Ma non basta. Questa mamma parla molto alla sua piccola: delle sue esperienze di bambina e di ragazza, di quel che di bello la vita le ha dato, delle letture, degli studi, di quanto abbia ricevuto dalle persone a lei vicine. Le viene in mente la sua insegnante di lettere. Ricorda di lei l’eleganza nel porsi, la efficacia nel presentare gli argomenti anche di attualità. Non solo libri, ma, dai libri alla vita reale, dalla gioia, al dolore, dai successi alle sconfitte. La bambina è incuriosita. – Mamma, ma c’è ancora la tua prof.? Sarà vecchia! –  e la madre:- Se vuoi, un giorno andremo a trovarla. –
Uno scambio di telefonate e si fissa l’incontro. E’ commovente vedere la fede, la convinzione con cui queste tre creature si trovino l’una accanto all’altra. La mamma, con la riconoscenza per quanto, grazie anche alla scuola, ha saputo costruire di sè. La bambina, con la divertita curiosità di incontrare dal vivo una figura per lei diventata storica, una sorta d’icona, portatrice di valori di bontà e di bellezza. L’anziana prof., confortata nella sua solitudine, vedendo come i beni immateriali si trasmettano di generazione in generazione meglio ancora dei beni materiali, rallegrata dalla fresca spontaneità della bimba e dalla serena maturità della madre.
Una foto, un abbraccio suggellano l’ incontro che può chiamarsi davvero di “gentilezza”.
A.M.F.B.