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“Il valore sacro della maternità e l’incanto dell’infanzia”

Oggi vorrei aprire il mio intervento con due sculture di Fernando Regazzo, che mostrano tutta la bellezza e il fascino del tema che trattiamo: la maternità. La prima s’intitola “La grande maternitè”, in cui una giovanissima madre stringe il suo ultimo nato dormiente, mentre il primo figlioletto a sua volta abbraccia la madre, quasi già a proteggerla, unito a lei da un legame ineludibile. La seconda è stata intitolata “Fiore di maggio”, come se maggio fosse il mese della maternitàà”, inizia così, l’intervento della Presidente Onoraria del MIG, Professoressa Anna Maria Ferrari Boccacci”, in occasione del Rendez-Vous, che si è tenuto nella giornata odierna.

E, in un certo senso, è così.

Prosegue. “Nella nostra cultura il mese di maggio è il mese della Mamma, il mese mariano. La natura sboccia con la sua forza dirompente, portando nuova vita sulla terra come divina madre, benevola e prolifica.

 Nelle civiltà del passato e, in particolare, le più antiche la madre è rappresentata  nei graffiti, nelle rudimentali sculture come un’icona, piena di sacralità. E così col passare dei secoli in molteplici dipinti, fino ad arrivare a quella che, a mio parere, rappresenta ancora oggi una vetta irraggiungibile nella rappresentazione artistica della madre, la Pietà di Michelangelo.

Ma veniamo alla parola: “Mamma”, che ha un suono morbido, dolce e abbastanza simile in moltissime lingue nel mondo.

Le religioni e le filosofie, poi, non hanno potuto prescindere dal tema della maternità, che sta alla base dell’esistenza stessa sul nostro pianeta. Si parla sempre di madre natura o di madre terra.

Quindi, parlare di maternità è parlare principalmente di natura, anzi, di natura nella sua forma più alta.

Poi, per noi, cristiani, c’è la figura di Maria, madre di Dio, che rappresenta la sublimazione della maternità. Quasi che la maternità e la genitorialità fossero la strada da percorrere per raggiungere il Paradiso.

 Fuori dalla vicenda storica e religiosa, possiamo intravvedervi un’allegoria, che ci riguarda tutti, anche se oggi qualche volta viene considerata un pò superata. Ma, riflettendo e squarciando il velo di una sorta di annebbiamento delle coscienze, dobbiamo ammettere che natura e mondo terrestre si fondano proprio su di essa.

Del resto, non capita  ad ognuno, se gioisce o se soffre o se si stupisce, di esclamare: “Mamma mia!?

Come a riconoscere in chi ci ha generato la molla propulsiva di ogni nostro sentimento.

E cosa c’è di più nobile e bello che dar vita a una nuova creatura? Si parla, infatti, di lieto evento. E si dice che la maternità e la paternità segnano il momento della piena realizzazione dell’essere umano, proprio come quando una giovane pianta fiorisce e dà i suoi meravigliosi frutti.

Oggi, allora, il nostro NaturiAmo! può diventare anche un’esortazione ad esercitare in modo   consapevole e responsabile la genitorialità, con la convinzione di perseguire il compito più importante affidatoci da madre natura.

Come di consueto, chiuderei con la lettura di qualche poesia, ma questa volta vorrei farlo presentando una vera poetessa. Si chiama Paola Casoli, il suo nome è anche su Wikypedia e nel panorama letterario di Parma è una figura importante.

Ma ho deciso di dedicarle uno spazio oggi, perché è diventata in questi giorni nonna, cioè due volte mamma, della sua prima nipotina, Gilda, a cui rivolgiamo gli auguri più affettuosi.

Dall’ultimo libro di Paola Casoli, intitolato “Sequenze”, ho preso quanto ora vi leggerò (pagg. 7, 21, 30, 31).

Da parte mia, infine, due pensierini sull’incanto dell’infanzia, tratti dal mio Testo “Poesofia”.

Immagine di copertina presa da Orizzonte scuola

 Guarda il video del Rendez-Vous