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La vicepresidente onoraria del MIG: “Scoramento per l’alluvione in Emilia Romagna”

Premesso che gli eventi dell’alluvione in Romagna ci hanno sorpreso e lasciati sgomenti, premesso che i mezzi d’informazione oggi ci forniscono in tempo reale documentazioni allucinanti, potenziate dall’abilità dei reporter, che giustamente vanno a sottolineare i momenti e le situazioni più commoventi e dolorose, non vi nascondo che da giorni in me pianto e scoramento hanno preso il posto di quella moderata serenità acquisita in tanti anni di vita e di educazione alla vita. Detto questo, vado a ripescare le mie conoscenze geofisiche sulla Pianura Padana, che si qualifica come pianura “alluvionale”, cioè, formatasi dal millenario scivolamento dei detriti provenienti dalle Alpi e dagli Appennini trasportati dalle acque.

La Romagna rappresenta l’ultimo lembo di questa pianura, in cui mare e terra s’incontrano e si confondono.

Ma su quest’area nei secoli si è andata a insediare una popolazione meravigliosa, fortissima, laboriosa e intelligente, che ha voluto e saputo farne una propria oasi, ricca di mille risorse: agricoltura d’eccellenza, estrazione mineraria dal mare e dalla terra, attività artigianali e industriali derivate, attività turistiche e alberghiere di prim’ordine. Il tutto con uno slancio e una comunicativa che ha fatto del popolo romagnolo uno dei più simpatici della nostra meravigliosa penisola.

Forse un pò troppo ottimista, forse con una memoria breve…forse…forse…forse…

Insomma, gli interventi che avrebbero messo in maggior sicurezza quelle terre non sono state realizzate.

 E parlo io, che a Parma ho assistito fin da piccola alle piene del nostro fiume (Parma Voladora) e nel 2014 all’alluvione del Baganza, un torrente che alterna lunghi periodi di secca a brevi vorticose piene, che vanno a confluire nel Parma proprio alla prima periferia della città.

Oggi nel Parma è stato costruito un invaso che ci protegge, ma che richiederebbe maggiore manutenzione. E anche per il Baganza si stanno portando a termine i lavori di consolidamento e protezione. Anche noi abbiamo vissuto, prima di correre ai ripari, drammi indicibili. E anche noi abbiamo conosciuto in quelle occasioni la bontà dell’animo umano.

 Oggi si chiama Protezione Civile, ma anche Vigili del Fuoco e…anche Angeli del Fango.

A questi ultimi, giovani e volontari, il MIG ha assegnato nel 2014 un attestato di benemerenza, ma già nel 2010 aveva attribuito il primo Premio Nazionale Gentilezza ai Volontari della Protezione Civile con una importante cerimonia nell’antico nostro Palazzo Municipale.

Piccoli riconoscimenti, rispetto al grande impegno, al generoso sacrificio di tanti giovani, cui deve andare tutta la nostra simpatia e la nostra stima, perché, senza tante prediche e insegnamenti, con un moto spontaneo  capiscono e sentono…dove li porta il cuore.

Immagini prese da idealista.it