Gentile Signor Presidente della Repubblica, gentili autorità civili, militari e religiose, gentili concittadini,
Oggi, con il cuore colmo di orgoglio e gratitudine, mi rivolgo a voi per salutare la nostra città in un momento storico che segna una nuova e importante tappa nel nostro percorso: siamo diventati Capitale della Cultura.
Questo traguardo non è solo un riconoscimento del nostro passato, ma soprattutto una straordinaria opportunità per guardare al futuro con rinnovato entusiasmo. Essere Capitale della Cultura non significa solo celebrare ciò che siamo, ma anche mettere in moto un processo di cambiamento, di rinnovamento e di inclusione che coinvolge ogni aspetto della nostra vita cittadina. È un’opportunità per tutti, dai più giovani agli anziani, di sentirsi parte di un progetto che ha il potere di trasformare e arricchire la nostra città.
Oggi, con gratitudine verso la città e la Fondazione alla guida di Agrigento Capitale della Cultura, siamo in grado di salutare questo magnifico inizio, presentando proprio in questa città quello che io considero il frutto più nobile della nostra storia millenaria: la Gentilezza, con essa il Movimento Italiano per la Gentilezza che ha il compito di diffonderla e di promuoverla come strumento di sostenibilità individuale, relazionale e sociale.
Una parola, gentilezza, che ha anch’essa una storia millenaria: dal Kalòs kai agazòs ellenico, alla società dei gentili, alla rivelazione della caritas cristiana, all’umanesimo rinascimentale, fino al neoumanesimo laico contemporaneo, inclusivo e multietnico.
Ecco. La Gentilezza oggi vuole essere proprio questo: il recupero e il rinnovamento dei principi basilari per la vita dell’uomo sulla terra in chiave contemporanea.
Antidoto alle violenze, valorizzazione delle diversità, riconoscimento delle vulnerabilità e persino indicatore di benessere sociale.
Nato nel 2000, il Movimento si ritiene adulto da potersi presentare come guida valoriale ed identitaria per tutto il Paese.
La forza trasformatrice e generatrice della gentilezza è intrisa di umanità e sentimento, di autoderminazione ed azione, nulla di più vicino alla “cultura” che deve dominare, rappresentanto, ciò che più di ogni altra cosa distingue l’uomo, ossia la parola con la propria capacità di significare le cose attribuendone il senso e conferendone la vita.
Oggi siamo onorati e grati di essere qui presenti, per augurare alla città di Agrigento un anno di luminosi successi, di crescita valoriale nel nome appunto della Gentilezza, dunque per Agrigento e per l’Italia: buon cammino di gentilezza.