Esce un articolo dal titolo “Il Movimento per la Gentilezza, una nuova prospettiva” sulla rivista online Periodico Italiano a firma di Carlo Cammarella.
|
Roma, 16/06/2010 di Carlo Cammarella (www.periodicoitaliano.it)
Il Movimento per la Gentilezza, una nuova prospettiva
Promuovere il bene comune attraverso la Gentilezza, è questo il motto del Movimento nato nel 2000 forse per una coincidenza, forse per il pensiero di una persona che aveva maturato da tempo una determinata prospettiva. Giorgio Aiassa, ora Presidente del “Movimento italiano per la Gentilezza”, diede vita a questa nuova iniziativa dopo aver partecipato alla terza giornata mondiale per la Gentilezza (organizzata dal World Kindness Movement), che nel 2000 ebbe luogo a Singapore. E da quel momento in poi, grazie alla sua costanza e soprattutto grazie all’impegno di molte persone che a mano a mano si sono aggiunte, il Movimento crebbe e divenne una realtà vera e propria.
Tuttavia, occorre fare qualche precisazione: per capire meglio la filosofia che sta dietro questo Movimento, non bisogna attenersi troppo rigorosamente al concetto italiano di Gentilezza che differisce, seppure con qualche piccola sfumatura, da quello anglosassone di Kindness. E per questo abbiamo raggiunto Giorgio Aiassa che ci ha spiegato attraverso aneddoti e storie vissute in prima persona quali sono gli obiettivi, i valori, i progetti del “Movimento italiano per la Gentilezza”.
Presidente Aiassa ci vuole raccontare come è nato il Movimento Italiano per la Gentilezza?
Nel 2000 sono stato invitato dal sindaco di Parma a illustrare il messaggio rotariano, che dice: “Mentre svolgi il tuo lavoro fai qualcosa anche per il tuo prossimo o per la società”. Una cosa bella, ma forse molto difficile da divulgare.
Qualche giorno dopo mia moglie mi mostrò il sito del Movimento Mondiale per la Gentilezza. Prendemmo l’aereo e volammo a Singapore alla 3° conferenza mondiale del World Kindness Movement. Qui mi resi conto che nella cultura anglosassone la parola “kindeness” ha un significato più vicino a “senso civico” di quanto sia per noi che per gentilezza spesso intendiamo formale cortesia.
Mi venne in mente un episodio occorsomi da ragazzo, quando, rimasto senza benzina in aperta campagna, trovai un anziano contadino che non esitò ad offrirmene un bottiglione di vetro pieno, e che respinse la mia offerta di una giusta ricompensa. Mi rispose che era suo dovere, anzi per lui un piacere e aggiunse in dialetto parmigiano: “Nella vita guardati attorno c’è sempre qualcuno che ha bisogno e non ti chiede nulla. Cerca di aiutarlo. Lui sarà contento e tu proverai la stessa intima soddisfazione che provo io in questo momento”. A Singapore capimmo che tutti abbiamo bisogno reciproco degli altri, capimmo meglio che cos’è il senso civico e quale apporto può dare alla società per vivere meglio insieme. Capimmo che nei paesi anglosassoni di lunga tradizione democratica la Gentilezza, così intesa, è cosa naturale e spontanea.
Rientrati pieni di entusiasmo per le idee e sentimenti che la conferenza aveva suscitato in noi, decidemmo di fondare insieme ad altri amici il “Movimento Italiano per la Gentilezza” per diffondere quanto avevamo assimilato nella Conferenza(www.gentilezza.it).
Quali sono, allora, i valori che volete portare avanti?
Vivere la vita con generosità verso gli atri, verso la comunità in cui siamo inseriti rispettandone le regole con spontaneità e non come un duro obbligo. Noi saremmo felici di operare all’interno di un contesto ordinato in cui il nostro prossimo diventi nostro amico.
Purtroppo oggi in Italia questi ideali sembrano utopia, ma noi crediamo che proprio un movimento come questo possa dare una bella spinta ad una maggiore diffusione del senso civico.
Non le sembra che ideali di questo tipo siano troppo impegnativi per la gente comune?
Direi di no. Io stesso ho capito queste cose da una persona comune, un contadino, e a quel tempo facevo l’operaio. Già da allora, quando riuscivo a risolvere un problema a qualcuno, provavo una intima soddisfazione che mi da la serenità per superare anche le mie difficoltà. In questo senso direi perfino che l’esercizio della gentilezza corrisponde ad un esercizio di sano egoismo.
Quando si fa un atto di gentilezza occorre guardasi dentro per scoprire e godere del piacere e della serenità che ciò può dare. Tutti possono farlo, basta guardarsi attorno ed approfittare delle occasioni.
Ci vuole fare un esempio di come si può aiutare il prossimo?
Sì, avevo trent’anni, ero in una sorta di centro commerciale all’aperto che si chiama Ghiaia, a Parma tutti la conoscono. Ad un tratto vidi un uomo che chiedeva l’elemosina, ma non aveva l’aspetto dell’accattone. Mi avvicino, gli sorrido e gli dico “Lei mi sembra una persona ancora in forze, perché chiede l’elemosina?”. Lui mi guarda serio per un lungo momento, poi accenna un breve sorriso e mi spiega che è diplomato e che un tempo aveva un’officina meccanica a Reggio Emilia “Sono fallito e mia moglie mi ha abbandonato. Mi sento solo e non mi interessa più nulla, per me la vita è finita. Un giorno ero seduto su una panchina e una signora mi ha allungato un’elemosina, ho cominciato così.”.
Dopo aver sentito un racconto così appassionato gli offro qualcosa, ma lui con mia grande meraviglia rifiuta. “Lei mi ha già dato molto, mi ha dato del Lei”. Gli avevo ridato la dignità.
Un recente studio di psicologi americani ha statisticamente dimostrato che chi offre “kindness” è più sereno, vive meglio e più felice. Vede dunque che non occorre molto per essere gentili e goderne, ed ognuno di noi, a modo suo, può farlo.
E nella pratica come vi muovete? Organizzate degli eventi o magari degli incontri?
Dal 2000 abbiamo realizzato diversi progetti, soprattutto nelle scuole a favore dei giovani, che sono sempre molto sensibili e rappresentano la nostra speranza. Confesso: ci siamo rivolti agli studenti per risalire ai genitori, dai quali, comunque abbiamo ricevuto risposte molto positive. Abbiamo organizzato concerti e conferenze, e nel 2005 si è svolto a Parma il IV Convegno Mondiale della Gentilezza.
Per alcune iniziative siamo stati imitati da altre città fra le quali il Principato di Monaco.
Abbiamo sempre avuto l’appoggio e il patrocinio delle autorità cittadine, dalla stampa e dalle TV, abbiamo un consiglio direttivo e ad oggi un centinaio di iscritti, anche se noi cerchiamo più che altro dei “praticanti” della gentilezza.
Anzi, il prossimo 24 giugno, ci sarà un incontro aperitivo al Circolo del Tennis di Mariano (alla periferia di Parma) per parlare ed approfondire le nostre tematiche. Parteciperanno amministratori pubblici, giornalisti, oltre a comuni cittadini. Proprio in questa occasione presenteremo il progetto del “Premio Nazionale Gentilezza”, che vorremmo assegnare per il 1° anno nella giornata mondiale della Gentilezza, che cade il 13 novembre, con una bella cerimonia che potrà arricchire la nostra città di nuovi stimoli, richiamando su di essa nuovi consensi.
La mia personale idea, per quest’anno, sarebbe quella di premiare i Volontari della Protezione Civile, che hanno insito in loro lo spirito del servizio e dell’aiuto e svolgono la loro attività solo per soddisfare un proprio desiderio. Vedremo le decisioni che trarremo da questo incontro.
Ci potrebbe fare un altro esempio di Gentilezza?
Volentieri, le farò un esempio che più che soddisfare un bisogno individuale risponde ad un bisogno della società, un esempio di senso civico. Eravamo in Australia su una strada infinita, avevamo già percorso 300 km senza incontrare case e persone, solo camion. La successiva città era distante ancora 60 km. A fianco della strada c’era una recinzione con le toilette e le docce, la carta igienica e le tovagliette per asciugarsi erano disponibili su una scaffalatura. Fuori 3 biciclette, all’interno due ragazzi ed una ragazza che stavano lavando il pavimento. Ci complimentiamo con loro per come tengono il locale, ma, meravigliati delle nostre espressioni ci spiegano: “Non siamo addetti alle pulizie, abbiamo fatto una gita in bicicletta, eravamo sudati ed abbiamo fatto la doccia. E’ giusto che adesso si asciughi dove abbiamo bagnato e si rimetta in ordine.”.
Vorremmo che il nostro Movimento avvicinasse anche gli italiani al senso civico che abbiamo visto in Australia, una Nazione nata solo due/tre secoli fa, che si è data le proprie regole nel rispetto degli altri, che ritiene la cosa pubblica una cosa propria da rispettare e mantenere come un dono prezioso.