Cinema e storia: linguaggio gentile

l Cinema, sin dalla sua nascita, è stato in grado di attivare dinamiche di identificazione.
 
La Russia Sovietica, gli Stati Uniti d’America, l’Italia fascista si attivarono per sfruttare il cinema a fini propagandistici.
Lenin definì il cinema, la più importante delle arti, Mussolini l’arma più forte, il Governo americano lo considerò attività d’interesse nazionale.
L’appoggio dato all’industria nascente del cinema da parte di questi Governi fu enorme, ma soprattutto l’America si avviò alla costruzione di quella fabbrica dei sogni che – oggi come allora – diffonde modelli di vita, di società.
Nel 1910 compaiono le prime sale di proiezione fisse (talvolta sale cinematografiche adattate), e già nel 1920 le città più importanti disponevano di una sala cinematografica.
Lo spettacolo cinematografico rappresenta la prima forma di svago industriale grazie anche al costo ridotto del biglietto; a differenza di altri mezzi di informazione non è necessario aver attuato un processo di alfabetizzazione, come per la lettura di un giornale.
Ogni filmato, ogni fotogramma è un prodotto sociale che nasce da un confronto di idee, da una cultura, da variegate forme di interazione fra individui, gruppi, classi sociali.
Si arriva, poi, al Cinema del Neorealismo. Si raccontava l’uscita dal dopoguerra, e spesso si girava in spazi aperti rappresentando la distruzione di quegli anni. Un nome su tutti, icona di quel periodo è Vittorio De Sica.
Altro passo in avanti è il Cinema degli anni ’80, il mondo e l’Italia aveva bisogno di leggerezza. 
Oggi, è il tempo degli effetti speciali.
Ed allora, concludiamo con una espressione di Freud datate 1907, per tipizzare l’impatto del cinema sulle persone: 
‘Il Cinema è una occasione di meravigliosa sensazione di perdita del proprio io, di incanto e immenso piacere’.