Nel 2000, all’inizio del suo anno di Presidenza del Rotary Club di Parma, Giorgio Aiassa, parlando con il Sindaco della sua città, Elvio Ubaldi, riceve l’invito ad incentrare il suo mandato sulla diffusione del principio rotariano del “servire” (“oltre a svolgere il tuo lavoro impiega un po’ del tuo tempo anche per fare qualcosa per gli altri e per la società”).
E’ un’ottima idea, ma un po’ astratta e difficile da realizzare.
Poco tempo dopo sua moglie, Marta, apprende, attraverso internet, che il World Kindness Movement (Movimento Mondiale per la Gentilezza) ha convocato il terzo Congresso Internazionale a Singapore dove il Governo locale, con un apposito ufficio, coinvolge ed incita i propri cittadini a raggiungere il benessere comune attraverso la Gentilezza. Le sembra una pista da seguire.
Convince così il marito a partecipare al Congresso Internazionale del Movimento, e subito dopo si troveranno tanto coinvolti e partecipi da decidere di fondare, con altri soci rotariani, il Movimento Italiano per la Gentilezza.
L’occasione della nascita del Movimento Italiano per la Gentilezza è il convegno di Singapore, ma per trovare le ragioni più remote del suo esistere, occorre ricordare un lontano episodio nella vita di un uomo. Appena conseguita la patente di guida, con pochi soldi in tasca, un’auto malandata, un ragazzo si trova in piena campagna, senza un goccio di benzina. Scende, va al primo casolare e qui trova un contadino di mezza età, con le mani sporche di terra e con la barba trascurata. Gli spiega il suo guaio e questi, senza tante chiacchiere, va ad attingere ad un barile due litri di benzina, che mette in un bottiglione di vetro, tappandolo poi con il torso di una pannocchia di granoturco. Glielo allunga in silenzio.
Il giovane è sorpreso per tanta disponibilità e chiede quanto deve per quel favore. Il contadino gli risponde in dialetto: “Niente, io sono già soddisfatto ” e aggiunge: “nella vita guardati attorno, c’è molta gente che ha bisogno e non chiede nulla. Aiutala! Anche tu proverai la soddisfazione e la felicità che provo io in questo momento”. Questa frase colpisce il cuore del giovane, che ne farà tesoro per sempre, fino alla fondazione del Movimento Italiano per la Gentilezza.