Ferrari Boccacci: “La centralità dell’urbanità sostenibile e la valorizzazione dei piccoli borghi, oggi presento quello di Bardi”

Il tema dell’urbanità sostenibile, ovvero dello sviluppo urbano a misura d’uomo, è di grande attualità, ma in Italia, a mio parere, non è poi così grave come in altre aree del mondo. I secoli e secoli di storia della nostra civiltà hanno consentito uno sviluppo graduale degli insediamenti umani e, di epoca in epoca, hanno visto prevalere realtà piuttosto che altre: insediamenti marini oppure fluviali,

centri agricoli o commerciali, città fortificate e così via, fino ad arrivare alle 2 o 3 grandi città, che oggi superano largamente il milione di abitanti. Per il resto, osserviamo una moltitudine di centri cittadini, più o meno grandi, distribuiti su tutto il territorio. Questo non toglie che vi siano problemi anche in Italia, che sinteticamente possiamo fissare in tre punti:

  • Tendenza al consumo eccessivo del suolo e sua cementificazione con conseguente restringimento delle aree verdi e di quelle addirittura agricole;
  • In risposta, necessità di recuperare tante costruzioni impietosamente abbandonate, recuperandole agli usi contemporanei, salvando, in molti casi, architetture pregevoli, piene di fascino;
  • Miglioramento della viabilità stradale, ferroviaria ed aerea, oltre ai collegamenti telematici, per consentire il ripopolamento dei cosiddetti piccoli borghi, oggi lasciati in malinconico godimento ad una sparuta popolazione di anziani.

A proposito dei piccoli borghi, mi viene di ricordare, dalla Vita di Cesare, raccontata da Plutarco, la celebre frase che il grande condottiero pronunciò, rivolgendosi al suo luogotenente, mentre passavano da un paesino sulle Alpi: – Malo hic esse primus quam Romae secundus. – Cioè: – Preferisco essere primo qui, piuttosto che secondo a Roma. – In questa frase, al di là della vicenda storica e dei suoi significati specifici, si può condensare il concetto del “dolce abitare” in un centro vivibile, dove puoi riconoscere e salutare i tuoi simili, dove puoi sentirti a casa tua e non creatura aliena in un mondo irriconoscibile.

Oggi, però, non vi leggerò poesie. Vi presenterò, invece, un paese, che certamente pochi conoscono, ma che io ho imparato ad amare e di cui so la storia secolare. E’ dominato da un castello maestoso e

si distende ai suoi piedi con costruzioni che, in qualche modo, recuperano edifici antichi. Questo piccolo borgo si chiama Bardi. Sorge nell’Appennino parmense. Fu marchesato dei Landi, una famiglia che nel sedicesimo secolo s’imparentò niente meno che con i Grimaldi di Monaco. Proprio per questo, è stato visitato recentemente dal Principe Alberto. Ma, a parte il nobile riferimento, dobbiamo dire che oggi a Bardi, grazie all’intervento di un importante manager informatico, che ha

scelto di tornare a vivere qui, esiste la possibilità di frequentare una scuola on-line, fino al raggiungimento del diploma di maturità e, in generale, tutto il paese sembra riprendersi un poco da una triste decadenza.

E’ solo un piccolo esempio di realtà che dobbiamo incoraggiare e che, diffuse più ampiamente, potranno portare a quella miglior distribuzione della popolazione che tanto auspichiamo, con la possibilità di fondere valori storici con aperture a nuove opportunità.