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Il bullo è un perdente

Corre l’indignazione, sempre più episodi di bullismo fanno tremare le città. Momenti di panico tra i giovani e gli adulti, che temono per i loro figli. Pare che uscire a fare una passeggiata sia pure un pericolo. Decostruire questa società è obbligo morale ed etico.

Educare ai sentimenti, alle emozioni, è compito che spetta anzitutto alle famiglie. Così come è importante educare i ragazzi al corretto utilizzo dei social. Il bullismo va affrontato a muso duro perché i traumi che si portano dietro  condizionano la vita intera.Educare al sentimento significa insegnare a cogliere l’importanza delle cose, significa  imparare a saper mettere in relazione i valori; a selezionare quelli più importanti e quelli meno. Nella nostra società questa funzione l’hanno assunta i mass media, le TV, i programmi che sono finalizzati a valorizzare prodotti da vendere e quindi li esaltano,  li mettono in primo piano come valori primari, li presentano come condizioni indispensabili per sentirsi adeguati, per non essere emarginati  e rifiutati.  Il bombardamento mediatico è così massiccio  che la capacità di giudizio e di critica viene sempre meno. I bambini poi, non essendo abituati a selezionare e a  riconoscere il vero valore da un inganno, subiscono il condizionamento in modo passivo. Bisogna tornare ad educare i bambini fin da piccoli a farsi un’idea propria del valore delle cose e a saperla confrontare con gli altri. Bisogna parlare con loro e aiutarli a capire quanto vale una cosa per loro. Questo insegnamento gli permette di imparare a sentire e vivere bene le situazioni, a saper capire gli altri che si incontrano e quindi a imparare a mettersi nella giusta relazione con loro.