Suicidi in crescita non solo tra i detenuti ma tra gli agenti, ambienti angusti, spazi al limite della sopravvivenza, sporcizia, pochi contatti con l’esterno, l’ora d’aria ridotta. Condizioni igienico sanitarie pessime. Accesso alle cure cancellato. Uno sguardo dentro gli Istituti di pena in Italia. Dopo la condanna il nostro sistema prevede la riabilitazione, cosa sempre più rara. Chi esce torna a delinquere.
Il carcere è diventato una prigione che non lascia scampo, che brucia ogni possibilità, che non consente una rinasciate, che scava e rinnega la vita.
E’ necessario agire con gentilezza dentro quelle mura, che sono diventate luogo di morte quotidiana, disperazione che consuma e annienta. Basterebbe utilizzare gentilezza e umanità, elementi che caratterizzano l’agire di tutti noi, che dimentichiamo quanto importante sia che nessuno resti indietro, nemmeno chi si è macchiato di un crimine. Tutti meritano dignità e rispetto, tutti meritano la possibilità di avere una seconda possibilità.
L’appello a non lasciare soli i detenuti, a cercare soluzioni degne di una società civile.