La gentilezza non tollera lo sfruttamento
Gentilezza non significa passività. Non significa accettare il silenzio davanti all’ingiustizia. La gentilezza – quella autentica, profonda, incarnata nel rispetto dell’essere umano – ha il dovere di parlare, di sostenere, di schierarsi.
Oggi, come Movimento Italiano per la Gentilezza, ci sentiamo chiamati a dare voce a un grido che non può e non deve essere ignorato: quello delle lavoratrici di Max Mara, che hanno proclamato uno sciopero per denunciare condizioni di lavoro inaccettabili, pressioni psicologiche e fisiche, umiliazioni verbali e una gestione organizzativa rigida e disumanizzante.
Quando donne che ogni giorno contribuiscono con professionalità e dedizione a costruire uno dei marchi più noti del lusso italiano si trovano costrette a fermarsi per farsi ascoltare, dobbiamo chiederci: dove abbiamo sbagliato? Come possiamo parlare di eccellenza, di bellezza, di qualità, se tutto questo viene edificato sulla sofferenza di chi lavora?
Ci colpiscono profondamente le parole riportate: “Ci dicono che siamo grasse e ci chiamano mucche da mungere.” In queste frasi non c’è solo la violenza verbale. C’è la ferita alla dignità, la riduzione della persona a strumento, l’assenza di ogni forma di empatia. E tutto questo è il contrario esatto di ciò che il nostro Movimento promuove.
La gentilezza è un atto rivoluzionario: mette al centro la persona, ascolta il suo valore, riconosce la sua fatica. È la voce che dice: “Il tuo benessere conta. Il tuo corpo merita rispetto. Il tuo tempo ha valore. Tu sei importante.”
Alle lavoratrici di Max Mara va il nostro pieno sostegno. Non siete sole. Le vostre parole sono coraggiose e giuste. Scioperare non è solo un diritto: in certi casi, è un gesto di amore per sé stesse e per tutte le altre persone che, nel silenzio, subiscono lo stesso trattamento.
Chiediamo a chi ha potere decisionale nell’azienda di ascoltare davvero. Di non voltarsi dall’altra parte.
Di riscoprire che anche nel mondo della moda, del lusso, del profitto, c’è spazio per il rispetto, per l’umanità, per il cambiamento.
E chiediamo a tutti e tutte noi di sostenere questa causa, perché la gentilezza non è un lusso: è la base su cui costruire un mondo più giusto, anche e soprattutto nei luoghi di lavoro.
Il MIG cammina con chi sceglie la dignità.
La gentilezza non è mai silenziosa, quando a parlare è il cuore.