Il mondo delle cose è mutato radicalmente, scenari diversi, nuovi linguaggi e, dove i new media risiedono trionfalmente. L’individuo ha necessità di comunicare, manifestare se stesso, sia per autoidentificarsi, ma soprattutto per essere identificato dagli altri. Dimenticando, talvolta, un principio fondamentale, ovvero, si esistea prescindere.
È il tempo della “Net Generation”, dei “native speakers of the digital language of computers”.
Dei digital natives, distinti dagli adulti, definiti, invece, digital immigrants.
Per i ragazzi di oggi, ma anche per le piccole generazioni, le tecnologie sembrano costituire degli strumenti “naturali” con i quali è possibile apprendere e socializzare. Ed essere, soprattutto, immediati nell’interazione. I videogiochi, gli SMS, le e-mail, le foto digitali, le chat ed Internet sono parte integrante della loro quotidianità. I dispositivi digitali tendono sempre più a diventare estensioni di loro stessi, rappresentazioni della loro personalità e accessori sociali indispensabili.
Oltre la comunicazione digitale, sempre più assistiamo percorrendo le nostre città, a scritte dipinte per terra, striscioni appollaiati nei sovrapassaggi, manifesti appesi nei pali della luce, spazi pubblicitari acquistati.
Perché accade questo? È la voglia di aprirsi al mondo, di comunicare manifestando il proprio sé, è il coraggio del proprio sentimento. Negli ultimi tempi è diventato di moda, l’usanza di scrivere frasi d’amore con le bombolette spray lungo le nostre città.
Questo “linguaggio-creativo-espressivo” non è recente, svolgeva altra funzione nei tempi passati quando lo si usava per testimoniare la “fede” politica, in particolare, nei pressi delle scuole.
La dichiarazione scritta per strada, vive in un confine sottilissimo, tra l’essere un messaggio per l’altro generalizzante o, più semplicemente, per l’accentuazione del proprio ego.
Una nota a margine: chiedersi se per il decoro urbano della città, possa ritenersi un atto eticamente corretto e gentile.