“Il vento della memoria semina giustizia”…

Oggi presso l’Istituto Quasimodo di Villaseta, ad Agrigento, alla presenza del Prefetto e di numerose autorità civili, militari e religiose ho potuto assistere ad una lezione di vita tenuta da Don Luigi Ciotti.
L’evento si è diviso un due momenti, uno per gli adulti e uno per i ragazzi di alcune classi delle scuole elementari medie e superiori. Io, quale giovane dell’unitá pastorale di Villaseta Monserrato, ho potuto assistere all’evento invitato da Don Matteo Mantisi. Varie le argomentazioni e le domande poste a Don Ciotti dai ragazzi che hanno spaziato tra legalità, rispetto, unione, amore e paura!
Don Ciotti, entusiasmatosi dall’interesse dei ragazzi, non si è tirato indietro rispetto a nessuna domanda, anzi, ha raccontato molte sue esperienze personali; ha raccontato passi della sua giovinezza e del suo percorso di vita, ma possiamo dire che il fulcro del discorso di Don Ciotti è stato …. ” io come io non sono nessuno, ma tanti Io, sono la collettività e di questo dobbiamo esserne orgogliosi; perché insieme possiamo fare tanto, perché la collettività può fare tanto, l’io fa poco, tanti io siamo noi….e Noi possiamo fare il cambiamento.”
Si è parlato poi delle grandi vittime della mafia: di magistrati, giudici e forze dell’ordine. Uomini e donne normali che pur non avendo nessuna colpa sono stati uccisi ingiustamente, solo perché si trovavano nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Racconta poi Don Ciotti che durante la cerimonia in ricordo del giudice Falcone, una mamma non sentendo da nessuno pronunciare il nome del figlio ucciso, si rammaricò perché le sembrò un’ulteriore sconfitta dello stato contro la mafia, come se il proprio figlio fosse stato ucciso due volte, che fosse soltanto un numero. Naque per questo “La giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Dal 21 marzo 1996 ogni anno in una città diversa, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria, che si fa impegno quotidiano, i nomi e i cognomi vengono recitati come un lungo rosario civile, affinché noi tutti possiamo essere consapevoli e responsabili di ciò che è avvenuto e che purtroppo ancora avviene. Girarsi dall’altro lato è come uccidere, l’omertà è mafia, non occorre essere eroi, se ognuno di noi nel nostro piccolo facesse il proprio dovere da cittadino farebbe la differenza, in una società sofferente e corrotta anche i piccoli gesti, una gentilezza fa la differenza…
Agrigento 19/02 2025
Latino Dario Emanuele