In questi momenti di atroci fibrillazioni tra i nostri partiti politici, sembra che non vi sia via d’uscita per il paese e per il miglioramento della vita quotidiana di noi cittadini.
Siamo ormai senza speranza, incattiviti ed esacerbati, incapaci di una visione super partes, che ci tolga dall’oscura mischia in cui ci siamo impantanati.
Eppure, se, per un attimo, lasciamo affiorare ancora i sentimenti migliori della natura umana, ci rendiamo conto che vi è un bene superiore verso il quale convergere, al di là degli egoismi, dell’orgoglio, dei risentimenti che a volte ci portano a dire “tanto peggio, tanto meglio”. No! Questa non è gentilezza, questa non è buona politica.
Ora è giunto il momento di mettere un punto fermo e ripartire con spirito di comprensione e condivisione per salvare il salvabile della nostra società. Come? Innanzitutto spiegando che la politica è una branca della filosofia che aiuta gli uomini a vivere insieme e non a dividersi in sette chiuse e inferocite le une contro le altre, che organizza la vita delle società, in modo che vi sia ordine e, nell’ordine, migliore efficienza e migliore condizione per tutti.
E’ segno di scarso senso civico abbandonarsi al disfattismo o all’isolamento individualistico (oggi diremmo “astensionismo”).
Del resto, tutto ciò che noi stiamo vivendo è già stato vissuto e sperimentato nei secoli in molte altre società. Si pensi all’antica società ellenistica, che, evolutasi e raffinatasi in modo estremo, cominciò presto a degenerare e, al contatto con mondi diversi, talora incomprensibili, potrò il singolo a chiudersi in se stesso, a vivere nell’indifferenza. Nasconditi vivendo – predicavano appunto alcuni filosofi. Ma con tali comportamenti si arrivò presto alla fine dell’ellenismo e all’affermazione più organizzata anche se meno raffinata della civiltà romana.
E, venendo alla storia romana, basti ricordare la lotta tra patrizi e plebei e l’apologo di Menenio Agrippa, che con la metafora dello stomaco e delle membra fece comprendere come i patrizi e plebei avessero bisogno gli uni degli altri e dovessero collaborare per il bene comune.
Dunque, la politica può e deve essere gentile, può e deve essere coltivata da ognuno, può e deve divenire strumento valido a portare benessere, pace e serenità ai singoli, come a tutta la società.
Parma, 05/03/2013
A.M.F.B.