Ci sono modi di esercitare la gentilezza di cui neppure ci rendiamo conto.
Ci sono impulsi della parte più nobile della nostra anima che cerchiamo di tenere nascosti. Ma tant’è, quasi sempre succede che uno spiraglio di luce si palesi anche nella persona più scettica, magari in occasioni imprevedibili.
La pittura, ad esempio, è un modo per parlare un linguaggio alternativo, che può aprirsi alla gentilezza.
Ho conosciuto persone che, attraverso i propri dipinti, hanno trovato un rasserenamento ad una annosa depressione e hanno liberato la mente e il cuore, parlando del perchè di una tonalità di azzurro o della luce dorata di un’alba.
Ho conosciuto persone che hanno sfogato rabbia e senso di ribellione all’assurdità della storia e della politica, soffermandosi a contemplare la poesia di un porticato invaso dai rampicanti e cercando di eternarlo su di una tela. E cosa dire di chi coi suoi ritratti ha esaltato la bellezza della propria donna o ha fissato la grazia di due adolescenti al flauto o anche la sofferenza di un anziano malato?
Insomma, ricordatelo, quando incontrerete, durante qualche vostra passeggiata, un pittore un po’ scorbutico, tutto intento ai suoi colori, forse siete vicino a una persona capace di guardare il mondo con un occhio speciale, forse gli potrete sorridere e anche ringraziarlo per l’attenzione che dedica alla natura, alle persone e alla vita.
Anna Maria Ferrari Boccacci
Vicepresidente Onoraria del MIG




