Lettera e poesia di Natale di: Nonno Gio

NATALE 2024

 

Devo dire che in questi ultimi anni faccio fatica a vivere in modo autentico il Natale; non so se è così anche per voi; in verità non solo per il Natale ma anche per tutte le altre feste religiose e civili che sembrano in modo preponderante utili a gran parte della popolazione  per fare unicamente viaggi /vacanze, per svago e divertimento (sacrosanti entrambi se effettuati nella giusta misura) e portate a  fare spese compulsive (quindi anche inutili!) con l’aggiunta di ulteriore stress a quello che già viene vissuto e accumulato nei giorni lavorativi. Che bello, il poter trascorrere le feste anche in “modo lento ”e riscoprire cose semplici ma a volte essenziali: vivere la propria casa non solo come luogo abitativo ma anche della convivenza costruttiva, del dialogo aperto tra marito e moglie e di questi con i figli nell’aiuto reciproco; nel godere gustando la natura e stupirsi ancora per un tramonto o del migrare degli uccelli; nel leggere un libro o ascoltare musica e perché no, nel cimentarsi a scrivere una poesia tirando fuori i sentimenti più intimi condividendoli con altri;  fermarsi a “comperare” un po’ di spiritualità e non solo “cose”. Le feste, sia religiose (per chi è credente) che civili, dovrebbero essere vissute in primis per il loro significato autentico e poi, a corollario, per tutto il resto; si verifica esattamente il contrario. So perfettamente che le feste in generale e in particolar modo il Natale contribuiscono in modo determinante a produttori, commercianti, operatori turistici, ecc.  a sistemare il guadagno economico di un’intera annata; ma questo non può e non dovrebbe essere l’unico o il principale motivo nel vivere i giorni di festa. Un amico ultimamente mi ha riferito che andando in una scuola superiore per una lezione di storia patria, alla domanda da lui fatta agli studenti di cosa rappresentasse il 25 aprile, non ha avuto risposta e un’altra domanda fatta in una scuola elementare su che cosa rappresentasse il 4 novembre un bambino rispondeva “una cosa legata a hallowen).“Perché tutto ciò? A chi attribuirne la responsabilità? Sarebbe possibile attuare un cambio di tendenza (ma poi la si vorrebbe veramente?) o perlomeno mettere tutti i tasselli delle varie questioni al posto giusto evidenziando le priorità? Le priorità di chi? Quali priorità? Ma hanno ancora significato le priorità? Valori, ideali, cultura, educazione civica, credenze, tradizioni, salute. A proposito di quest’ultima, la pandemia ci ha insegnato qualcosa? A me sembra di no! Le benedette liste di attesa per effettuare esami ecc., solo per dirne una tra le tante!  Va tutto bene così? I media e soprattutto i social netywork ci guidano e decidono loro influenzando lo stile di vita di molti di noi. Ce ne siamo accorti? Domande a cui non è facile dare risposte, anche perché il problema è globale e che, per usare una metafora, potrebbe essere rappresentato da un treno in folle corsa (come quello di Cesare e Leo che sbuffa anche!!!) che da tempo corre velocissimo verso un’unica direzione senza però sapere quale dovrebbe essere o se ci sia una meta finale. La crescita del PIL di una Nazione e quindi il suo benessere in senso lato può continuare a rappresentare l’unico parametro con cui misurare la, definiamola, “felicità” di un popolo? Da tempo alcuni economisti, e non solo, lo stanno mettendo in discussione. E’ certamente un problema culturale, di come i vari media, come già detto, influenzano, guidano, condizionano il pensiero e l’agire collettivo con lo scopo di rendere sempre più ricchi i pochi e più poveri (non solo economicamente) i molti.

La sobrietà nei comportamenti quotidiani (soprattutto da parte di chi si dichiara credente e che si è spudoratamente adeguato all’andazzo generale, ecclesiastici di vario grado compresi), la riscoperta e la riaffermazione di valori autentici che dovrebbero rappresentare il vero bagaglio di ricchezze di ciascuno, trovano, possono ancora trovare, cittadinanza?

A questo punto voglio dire una cosa ben chiara: certamente chi governa l’economia mondiale e i politici le nazioni (questi ultimi, anche se ormai per meno di un 50% degli aventi diritto, eletti dal popolo, cioè da noi!) hanno grosse responsabilità, ma non possiamo chiamarci fuori anche dalle singole responsabilità individuali e nel nostro piccolo (ma a volte significativo) fare la nostra parte; come? Ma nelle normali azioni quotidiane che non sto’ ad elencare, ma per chi è ancora dotato di buon senso (ormai desueto!!) e attenzione al vivere civile e al bene comune, sa benissimo quali possono essere. Ho fatto una predica? Vi giuro che non era nelle mie intenzioni; ho solo voluto esternare un disagio, anche una amarezza, che però deve non chiudersi in se stessa; guai!! Ma sforzarsi di vedere una luce, anche se flebile, in fondo al tunnel; se per noi adulti potrebbe ormai essere ininfluente vedere detta luce (ma sarà poi del tutto vero?) la dobbiamo tenere accesa e farla vedere ai nostri figli e nipoti; noi abbiamo ricevuto tanto dal dopo guerra in avanti, in termini di benessere economico, libertà di pensiero, crescita spirituale, possibilità di viaggiare e conoscere il mondo e molto altro ancora. I tempi attuali sono, come sempre nella storia, molto diversi da quelli dei nostri vent’anni, ma ciò non ci esime nel confronto con le nuove generazioni ad alzare le spalle, a dichiararci impotenti, ad adeguarci all’andazzo generale, al non trasmettere quei valori e ideali che per noi hanno rappresentato tanto facendoci diventare ciò che oggi siamo. Una recente indagine ci dice che tre ragazzi su dieci non hanno amici reali: “giovanissimi soli e immersi nei social” con la maggior parte che fa fatica a immaginare la propria vita futura e il 50% vorrebbe limitare l’uso degli smartphone; queste parole credo non hanno bisogno di commento ma solo di presa d’atto e di azione.

E adesso un tradizionale ma anche rinnovato BUON NATALE!!! Un Natale che sia di consapevolezza, di amicizia sincera, di impegno per cambiare certe storture, di serenità e di un ritrovato entusiasmo e non di appiattimento; vivendo il presente senza rimpiangere il passato ma da questo trarne unicamente insegnamento per fare meglio e commettere meno errori.

Ma si!! BUON NATALE!!!

 

                                                                   

Poesia

 

Quando arriva il Natale               

divento triste e sto un po’male,

sarà che non sono più un bambino

che si aspetta il regalino?

 

I tempi belli dell’attesa

accrescevano la sorpresa.

Quella mattina avrei trovato

il trenino desiderato?

 

La nostalgia un po’ mi piglia

di quel vivere in famiglia

dove i giorni dell’Avvento

preparavano all’evento

 

Era tutto concentrato

in quel giorno tanto amato

con protagonista un Bambino

già segnato dal destino

 

Nato povero in una stalla

in mezzo al fieno e a un po’ di paglia                                                         

venuto al mondo per ridar speranza

e ristabilire un’alleanza

 

Che cos’è per l’uomo d’oggi quell’evento

che ha innescato un cambiamento?

Scuote ancora la coscienza

o è caduto nell’indifferenza?

Il Natale da piccino

per me era Gesù Bambino

con una festa da gustare

in quel dì tutto particolare

 

Oggi che son diventato grande

e ancor portato a far domande,

era meglio quel tempo andato

o l’attuale secolarizzato?

 

Luci, compere, mangiate,

social, viaggi, scampagnate,

pur nella lor piacevolezza

sono l’unica ricchezza?

 

Diciamo la verità

e in tutta onestà;

ciò che ci fa vibrare il cuore

son gli slanci dell’amore

 

Quell’amore che Gesù ci ha donato

e dai nostri genitori ereditato

abbiam l’obbligo di tramandarlo

e far di tutto per conservarlo

 

C’è un ritmo da cambiare

e l’essenziale ritrovare,

il nostro bene interiore

ci farà vibrare il cuore

 

Perché tutto sto pippone,

non bastava un panettone?

Un panettone bastava comprarlo.

Questo scritto prepararlo

 

Prepararlo per pensarci su

e il magone mandar giù

per condividere speranza

e ritrovar la fratellanza

 

                                                                                              nonnoGio