Parliamo di tolleranza ed educazione soprattutto in questi tempi in cui la sopportazione verso l’altro risulta molto difficile. In momenti come questi vivere isolati o unirsi a persone che la pensano come noi a volte appare la cosa migliore, sia per tutelarsi che per sentirsi rassicurati con la convinzione e la certezza di essere nel giusto. Evitare i conflitti, nascondersi, tirarsi indietro. Ecco, io non mi tiro indietro e ritengo ineludibile educare al superamento di ogni pregiudizio, cosa non facile.
Spesso ci rifugiamo nell’idea che per essere in pace dobbiamo sfuggire al conflitto ed ad ogni forma di dialettica.
Quando invece il conflitto è un fatto inevitabile nella vita quotidiana: conflitti interiori, interpersonali, tra gruppi con i genitori tra i compagni, nel lavoro, in famiglia. La pace consiste nell’affrontare in modo creativo i conflitti è creare una soluzione che permetta a ciascuno di noi di avere gli strumenti e la capacità di reagire alla violenza costruendo un’alternativa fatta di dialogo e di cooperazione.
Un’alternativa che è il compromesso.
Cedere una parte di noi per accogliere una parte dell’altro.
Essere indifferenti al conflitto non ci aiuta, è importante ribellarsi alle condizioni che ci fanno soffrire in modo autentico e personale, in modo autonomo e creativo. Lo sviluppo della capacità dell’individuo a resistere, a confrontarsi, a porsi con fiducia verso gli altri si basa sulla sicurezza personale, sulla consapevolezza delle proprie risorse cifra e segno di una personalità equilibrata.
Abbiamo bisogno di dare e ricevere.
Abbiamo bisogno di riconoscimenti e gratificazioni. Non smetterò mai di dirlo anche a me stessa. Nulla è gratuito neanche la gentilezza, poiché ci restituisce, meravigliosamente, sempre qualcosa di straordinario.
Si può cominciare a parlare di tolleranza solo quando si è affermata l’idea della dignità di ogni uomo, anche il meno dotato, quindi l’idea del diritto di ognuno alle proprie opinioni, anche le più assurde.
Essere tolleranti non significa condividere il punto di vista altrui né significa essere incapaci di dire basta all’intollerabile.
La nostra tolleranza è determinata dalla condizione che il tollerato sia disponibile a farsi integrare, si riconosca cioè in una comune sfera di valori della quale siamo sempre noi tolleranti a determinare i confini.
Per questo motivo proviamo noi adulti ad essere i primi educatori alla tolleranza, sono sicura che i nostri ragazzi e le future generazioni saranno migliori di noi.