Partiamo da un assunto: la giovinezza non è sinonimo di disimpegno. Fuori dai luoghi comuni ci sono i numeri che parlano: il 6,8% dei ragazzi e delle ragazze tra 14 e 17 anni ha infatti svolto attività di volontariato nel 2023. L’energia di cui sono portatori i giovani è spinta propulsiva. Sono attivi nella protezione dell’ambiente, a sostegno dei fragili, nelle associazioni che si occupano di persone con disabilità. E’ un contributo pratico e fattivo alla vita della propria comunità, del resto il volontariato è una risorsa per il nostro Paese. Sono l’esercito del bene, che rilancia la solidarietà in un mondo sempre più egoista e disuguale.
Prima l’azione e poi le parole, è un mezzo e non un fine, è un atteggiamento importante e necessario perché fare del bene produce benessere collettivo. Il volontariato è una declinazione della gentilezza, un incontro fra generazioni, dove dialogare e immaginare insieme delle cose. Questa in cui viviamo è un’epoca di grandi cambiamenti. Di giorno in giorno cambiano i modi della vita quotidiana, gli oggetti, gli strumenti, gli stili. Poi ci sono le tecnologie, che promettono di connetterci, ma fanno anche molto altro: costruiscono universi che sono sempre più simili a ciascuno di noi. Il web, il grande oceano in cui ci si può incontrare, è diventato una vasca da bagno. Non è lì che scopriremo quanto siamo capaci di aiutare gli altri.